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Nato in
Bitinia il 27 novembre di un anno compreso fra il 110 e il 112 d.C.,
Antinoo divenne, a neppure tredici anni, il favorito dell’imperatore
Adriano, che in linea con le consuetudini omoerotiche del mondo
greco ne fece il proprio efebo. Adriano amò quindi Antinoo con
grandissima passione, anche per la straordinaria bellezza.
Nell’autunno 130 d.C., in un misterioso incidente, il bellissimo
efebo morì però in modo prematuro, gettando l’imperatore nella
disperazione più cupa, tanto che egli, ossessionato dal ricordo del
giovane, arrivò a farlo divinizzare, facendone riprodurre l’immagine
in una serie innumerevole di ritratti e sculture in tutto l’impero.
Come Adriano, le folle videro in quella bellezza, così soffusa di
malinconia, una sorta di “epifania”, di irruzione del divino nel
mondo. Da questi elementi derivò un vero culto pubblico, ordinato
dallo stesso Adriano. Il presente libro si prefigge di far piena
luce su tale vicenda, che vide Adriano modificare – in onore
dell'efebo – il nome delle stelle, nonché erigere una città nel
deserto e disseminanare appunto l’impero di statue e templi in suo
onore. Il volume ha tra l'altro in appendice un catalogo relativo a
tutte le opere raffiguranti Antinoo, con le relative ubicazioni).
Raffaele Mambella, docente di Storia dell’Arte, si è laureato presso
l’Università di Padova in Etruscologia e Antichità Italiche,
perfezionandosi in Archeologia all’Università di Bologna.
è stato allievo della
Scuola Archeologica Italiana di Atene, partecipando a diverse
ricerche archeologiche in Grecia e a Roma per poi dirigere alcuni
scavi in Basilicata e in Sicilia. Oltre a ciò, ha pubblicato
numerosi articoli riguardanti l’arte etrusca, greca, paleoveneta e
romana, collaborando anche alla stesura di alcune voci riguardanti
il mito antico nel Lexicon Iconographicum Mitologiae Classicae,
edito sotto il patrocinio dell’UNESCO. Attualmente è tra i più
attivi e prolifici studiosi della scultura romana adrianea; in
particolare di quella inerente alla fascinosa figura di Antinoo. |