|
Un
giorno Tiziano Terzani descrisse con queste parole la relazione tra
libri e viaggi: “I libri. Sono stati i miei grandi amici, perché non
c’è niente di meglio che viaggiare con qualcuno che ha fatto già la
stessa strada, che ti racconta com’era per paragonare, per sentire
un odore che non c’è più, o che c’è ancora...”. E la liaison
esistente tra libri e viaggi permea, per forza di cose, anche il
presente lavoro di Gianrigo Marletta, autore di un libro che parla
di un viaggio. Il viaggio di un giovane reporter alla scoperta delle
culture e delle religioni d’Oriente, attraverso luoghi che – scossi
da guerre, inquinamento e ingerenze occidentali – rischiano di
perdere quelle meravigliose peculiarità che li hanno contraddistinti
lungo il sentiero di un storia millenaria. Il reportage che viene da
tutto ciò, arricchito da pagine intime e diaristiche, da fotografie,
da articoli di giornali, da lettere e persino da preghiere, è
definito dallo stesso autore come un “manoscritto sincero, semplice
e diretto a tutti... che accompagna chi viaggia e fa viaggiare chi
sta fermo”.
Gianrigo Marletta nasce a Catania nel 1979, da padre italiano e
madre americana. Cresciuto a Roma, vive l’infanzia a cavallo tra i
due continenti, coltivando dentro sé, fin dall’adolescenza, la
passione per il viaggio. A 22 anni, nel tentativo di soddisfare quel
richiamo, diventa assistente di volo. Cinque anni dopo lasciale
compagnie aeree per intraprendere un personale vagabondaggio
attraverso l’Asia, e a 28 anni inizia il lavoro di reporter.
Successivamente, dalla penna passa alla telecamera realizzando il
documentario Birmania, tesori e cicatrici (2007). Nel 2009 dirige e
produce Burma: an Indictment, vincitore nel 2010 del Remi Awards al
WorldFest-Houston International Film Festival e al primo posto anche
al Soho Film Festival. Oggi lavora nel sud-est asiatico come
cameraman per molteplici agenzie giornalistiche internazionali tra
cui l’Agence-France Presse e l’Associated Press. |