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Che cos’è un
capolavoro? È difficile avere un parere unanime: per dare una
risposta all’emblematico quesito è necessario riflettere sulla
estrema varietà delle opere d’arte anche in relazione alla loro
finalità, sottolineando come ogni epoca abbia prodotto una diversa
idea di capolavoro. Se il valore di alcune opere è stato
riconosciuto fin dalla loro creazione, come nel caso della Pietà
di Michelangelo, altre hanno riscosso un’ammirazione più
discontinua, come è accaduto per i dipinti di Piero della Francesca
e di Caravaggio, riscoperti soprattutto nel ’900. Qui si propongono
undici capolavori diversissimi tra loro, dalle sculture del
Partenone alla Cappella Cornaro del Bernini, dal Polittico
dell’Agnello Mistico dei fratelli van Eyck alle opere
espressionistiche di Käthe Kollwitz; ognuno da analizzare e da
valutare secondo il proprio personale sguardo.
Monica Grasso, storica dell’arte, si è formata all’Università La
Sapienza di Roma e attualmente insegna Iconografia e Iconologia
all’Università Carlo Bo di Urbino. Ha inoltre pubblicato vari
articoli su Giorgio Vasari, Piero della Francesca, Federico Barocci
e sull’iconografia rinascimentale relativa a San Sebastiano, oltre a
interessarsi di Simbolismo e di arte italiana del primo Novecento.
Per la GBE, nella collana Il Tempo e lo Sguardo, ha
pubblicato nel 2014 il volume Seguendo Tiziano. Viaggio nel ’500
sulle orme di un grande maestro e nel 2015 Le Arti Sorelle.
Dialoghi tra immagini, parole e musica. Nel 2016 è inoltre
uscito il saggio L’uno e l’altro volto. Michelangelo, Vittoria
Colonna e la Vergine del Giudizio Sistino, scritto in
collaborazione con Paolo Carloni. |