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Amare la scultura
sembra talvolta difficile, come se l’universo “abitato” dalle statue
fosse un mondo chiuso, freddo e silezioso. La storia del corpo
scolpito è invece un’avventura appassionante che, partendo
dall’incredibile ricchezza della statuaria classica e attraversando
le forme psicologicamente sofisticate della scultura rinascimentale
e i voli audaci del Manierismo e del Barocco, giunge fino al
realismo ottocentesco, alla sensualità di Rodin e della Hoffman,
alla sintesi simbolista di Minne, alle sperimentazioni delle
avanguardie e all’espressionismo di Barlach, per approdare infine ai
corpi scarniti delle donne-insetto della Richier. Perché, più di
ogni altra cosa, la rappresentazione del corpo racconta i sogni, le
prese di coscienza, i miti e le contraddizioni, del genere umano.
Monica Grasso, storica dell’arte formatasi alla Sapienza Università
di Roma, attualmente insegna Iconografia e Iconologia all’Università
Carlo Bo di Urbino. Ha pubblicato vari saggi su Giorgio Vasari,
Michelangelo, Piero della Francesca, Federico Barocci,
sull’iconografia di Giuda e di San Sebastiano e sulla scultura del
‘900. Per la GBE, nella collana “Iconologica - Le Storie dell’Arte”,
ha pubblicato nel 2014 Seguendo Tiziano. Viaggio nel ‘500 sulle
orme del grande maestro, nel 2015 Le Arti Sorelle. Dialoghi
tra immagini, parole e musica e nel 2016 Cos’è un capolavoro?
Le risposte dell’arte attraverso i secoli. Del 2016 è anche il
saggio L’uno e l’altro volto. Michelangelo, Vittoria Colonna e la
Vergine del Giudizio Sistino, scritto in collaborazione con
Paolo Carloni. |