Il richiamo dell’analisi musicale come possibile forma di comprensione e ri-creazione dell’opera musicale, può trovare nella divulgazione dell’esito delle proprie indagini e riflessioni il suo naturale compimento. In questo breve saggio vengono così trattati struttura fraseologica, funzioni armoniche e problemi morfologici nel confronto delle soluzioni compositive in due brani per molti versi sovrapponibili, evidenziando similitudini e differenze nella conduzione formale nei Quintetti per pianoforte e fiati di Mozart e Beethoven. L’assetto morfologico - definito convenzionalmente forma sonata - riscontrato nei Quintetti in oggetto, consente di indagare attraverso quali mezzi tecnici e compositivi la musica conquisiti un linguaggio autonomo, privo di riferimenti ad altre forme d’arte, con un impianto narrativo asemantico, ma strutturalmente compiuto e strettamente connesso alle complesse evoluzioni filosofiche del periodo esaminato. La forma dell’ideale offre quindi un’ulteriore possibilità di osservare con quale perizia e coscienza musicale due geni indiscussi abbiano contribuito a emancipare la musica strumentale individuando nella forma la sua sostanza e una delle sue ragioni d’essere.

Marina Mezzina ha compiuto i propri studi musicali (pianoforte, composizione, musica vocale da camera) presso i Conservatori di Terni, Campobasso e Torino. Costantemente rivolta alla musica da camera, ha completato la sua formazione con Elio Battaglia, Thomas Hampson, Christa Ludwig e con il Trio di Trieste. Nel 2011 ha pubblicato per l’editore “Il Melograno” L’ascolto Musicale. Analisi dei processi percettivi e di apprendimento dei parametri musicali, nell’ambito della propria ricerca teorico-analitica sull’ear training e i processi di ascolto. È inoltre docente di Teoria, ritmica e percezione musicale presso il Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno.