Su un soggetto di
Matteo Liberti, a sua volta basato sul lavoro giornalistico di
Sergio Taccone "Dossier Portopalo - il naufragio fantasma: verità a
confronto", i registi Guido M. Coscino e Giuliano La Franca hanno
realizzato questo lavoro documentaristico. Si tratta del racconto
per immagini della realtà portopalese, legata da anni al fenomeno
della migrazione.
La notte di Natale del
1996, nel tratto di mare tra Malta e la Sicilia, una tempesta causò
il naufragio di un barcone carico di migranti provenienti da India,
Pakistan e Sri Lanka, 283 dei quali rimasero in fondo al mare. Nei
giorni seguenti il quotidiano "il manifesto" ricostruì la vicenda
intervistando i pochi superstiti e pubblicando un elenco delle
vittime.
Nel frattempo, alcuni
pescatori di Portopalo di Capo Passero, punta meridionale della
Sicilia, trovarono dei resti umani impigliati nelle reti, ma per
timore che eventuali indagini bloccassero il loro lavoro decisero di
non denunciare il fatto. Si trattava di un’esigua minoranza, eppure
è su questa che più tardi si concentrerà l’attenzione dei media,
associando così il nome di Portopalo alla tragedia di Natale.
Sulle reali dinamiche
del naufragio, sull’esatto punto in cui avvenne e sul perché i corpi
delle vittime non siano mai stati recuperati rimangono numerosi
dubbi.
Da parte sua, la comunità portopalese ha sempre continuato a
distinguersi per l’attività di accoglienza e volontariato nei
confronti dei migranti.
È infatti da questo
piccolo lembo di terra siciliana che passano ogni anno le storie di
migliaia di loro.
E se quella di Adamo fu una cacciata dall’Eden,
molto spesso i viaggi di questi uomini sono invece fughe
dal’inferno; attraverso il mare. |