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La commedia delle Rane
(Βάτραχοι, Bátrachoi), composta da Aristofane, venne portata in
scena in occasione delle Lenee del 405 a.C., celebrazioni dedicate
al dio Dioniso Leneo. All’epoca, Euripide e Sofocle erano ormai
scomparsi e la stagione della grande tragedia ateniese sembrava
volgere al declino. Di fronte a tale “crisi”, Aristofane immaginò di
far compiere a Dioniso, divinità protettrice delle opere teatrali,
un viaggio nell’Ade per riportare in vita un grande tragediografo
(in principio Euripide, poi Eschilo) che potesse contribuire a
salvare il teatro e la stessa polis. Il collegamento tra il declino
del teatro e quello della città di Atene rende così l’opera di
Aristofane un sublime intreccio tra commedia e opera a carattere
sociale, attraverso un testo che nel corso degli anni ha proposto
numerosi “quesiti” storici e tecnici, alimentando tra l’altro una
“visione bipolare”: per alcuni studiosi le rane erano infatti
visibili agli spettatori, mentre per altri si trattava solamente di
canti corali retroscenici eseguiti dal “coro degli iniziati”. Il
presente lavoro muove proprio dalla discussione intorno a questo
problema di drammaturgia, per individuare la reale funzione dei
“cori di animali” all’interno del teatro di Aristofane. Ne deriva un
quadro affascinante e innovativo, dal quale emerge il valore di una
commedia geniale e fantasiosa utile anche per veicolare messaggi di
carattere civile e sociale. In particolare, il ruolo delle rane è
visto non più come elemento “accessorio” nel contesto della finzione
drammatica, ma come un tentativo di rivendicare l’alto valore della
poesia e, più in generale, dell’arte.
Paola Scollo (Catania,
1986) consegue nel 2010 la laurea specialistica in Scienze
dell’Antichità presso l’Università di Pisa, continuando in seguito a
mostrare un vivace interesse per i problemi di origine filologica,
con una particolare attenzione per la critica letteraria del V
secolo (periodo in cui maturarono il metodo e il gusto della scuola
di Alessandria). Collabora attivamente (nelle rubriche di “storia
antica”) con il mensile InStoria (instoria.it) e con InStoria -
quaderni di percorsi storici. |