’l mal de’ orante
è il male di parlare, perché il parlare è “vociar di nulla”
destinato inesorabilmente a riflettere silenzio. Il poema attinge
alla miglior lirica della crisi di novecentesca memoria,
riecheggiando in particolare reminiscenze trakeliane. Ma se Trakle
siede sopra il ciglio della dissoluzione imminente, ’l mal de’
orante è la dissoluzione nella voce che narra se stessa,
siderale, elegante, beffarda: dissoluzione del linguaggio e della
speranza di compenetrare con diurno raziocinio l'oscurità
irrimediabile che avvince la prospettiva esistenziale dell'uomo.
Come in una scena del
Grande Teatro di Carmelo Bene, partecipiamo al commiato dal senso
per la riaffermazione del suono sapientemente orchestrato
dall'autore.
Così il significante
si “dilegua in musica”, sfrondandosi nei versi tronchi che scivolano
via per lasciare «manifesto buio», ma con un’insospettabile levità.
’l mal de’ orante
è un cammino senza ritorno al termine del quale sono possibili
soltanto nuove partenze, che non mancheranno di aprirci inediti
sentieri. [ Gianluca Lorefice
]
Sebastiano Romano
nasce a Siracusa nel 1979. Laureato in Estetica e Filosofia della
Musica, ’l mal de’ orante è la sua prima pubblicazione.
Attualmente vive e lavora in Sicilia. |