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L’architettura
religiosa campana dell’XI secolo e dei primi decenni del XII,
soprattutto in Terra di Lavoro, viene generalmente considerata come
una derivazione del “modello” costituito dalla Basilica di
Montecassino, realizzata dall’abate Desiderio tra il 1066 e il 1071.
Un’indagine svolta da un punto di vista espressamente architettonico
apre in ogni caso la riflessione a nuove possibilità interpretative,
pur non rimettendo in discussione il ruolo del monastero cassinese e
del suo grande abate. L’aulicità del modello desideriano, che nelle
sue realizzazioni più note affianca non solo due lingue – il latino
e il volgare – ma due culture – quella paleocristiana e quella
carolingia – appare infatti non sempre pienamente recepita. I
costruttori delle chiese campane e basso-laziali mostrano quindi di
aver reinterpretato i suddetti modelli traducendoli in una lingua
nuova, diversa... ma per loro pienamente comprensibile.
Architetto, specialista in Restauro
dei Monumenti e Dottore di ricerca in Restauro e Storia
dell’Architettura, Marta Acierno coniuga l’impegno professionale
svolto a Roma e all’estero con l’attività di ricerca e didattica in
collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università
“Sapienza” di Roma e con l’Università degli Studi di Urbino Carlo
Bo. |
dimensioni: 17 x 24 cm, 338 pagg.
2013
prezzo
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