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Pur provvisti di un
basilare “pensiero medico”, i Romani ebbero delle remore
nell’accettare come ars autonoma la medicina, in modo particolare
quella di origine greca. Fino alla fine della res publica, infatti,
non esisteva una linea netta di demarcazione tra tradizione medica
popolare, intrisa di aneddoti e superstizione, e medicina razionale.
Si deve ad Asclepiade di Bitinia, giunto a Roma nel 91 a.C., il
merito di aver introdotto un sapere scientifico-razionale, basandosi
sulle precedenti teorie di Democrito ed Epicuro, e di aver promosso
un modello di vita più sano ed equilibrato per i cittadini romani.
Le tappe fondamentali di tale percorso costituiscono l’oggetto del
presente volume, che evidenzia come, a partire dalle fonti storiche,
essenziale strumento di indagine, la pratica medica si sia diffusa
sempre più, passando da una dimensione privata a una pubblica e
stimolando parallelamente importanti interventi sul sistema
igienico-sanitario. Nel libro viene inoltre analizzato il graduale
processo di elevazione dello status sociale dei medici all’interno
della società romana.
Nata nel 1989 nel
comune siciliano di Nicosia, Marta Iacono ha conseguito la maturità
classica nel 2008 e nel 2013 si è laureata in lettere classiche
presso l’Università degli Studi di Palermo, dove risiede attualmente
al fine di proseguire gli studi in Scienze dell’antichità. |
dimensioni: 15 x 21 cm, 62 pagg.
2013
prezzo
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