Nei secoli che segnano
il passaggio dall’antico sistema politico - in cui il potere è nelle
mani della nobiltà - alla concezione di un nuovo potere monarchico
forte, la vita del regno di Sicilia è segnata da un’accesa rivalità
fra la figura del re e le fazioni nobiliari che, soprattutto dopo la
rivolta del Vespro, tengono frequentemente in ‘ostaggio’ la gracile
sovranità della monarchia siciliana.
Nella presente opera
vengono analizzate tali dinamiche partendo dai documenti senatoriali
dell’anno indizionale 1411-1412.
La vita politica,
economica e sociale di Palermo si inserisce nel contesto più ampio
dato dalla perdita dell’indipendenza della Corona Siciliana, sempre
più assoggettata a quella aragonese.
Tale processo,
iniziato con le pretese di Pietro IV d’Aragona, è in seguito
perpetrato da suo figlio Martino il Vecchio (1392) e si realizza
appieno con l’elezione di Ferdinando di Trastamara (1412). Intanto
molte famiglie di antica nobiltà sono combattute sulla scelta fra
istanze indipendentiste e brama di potere, e anche molte grandi
città assumono atteggiamenti ambigui per via di antiche rivalità,
cambiando spesso posizione nello scacchiere della guerra che
insanguina la Sicilia durante l’interregno.
Antonino Emanuele Cassata nasce nel 1983 a Palermo, dove nel 2007
ottiene la laurea in Scienze Storiche. Inizia quindi un lungo lavoro
di ricerca relativo al Parlamento del 1812, tappa fondamentale per
la storia politica siciliana. |