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La vita più intensa
è raccontata in sintesi dal suono più rudimentale: quello dell’onda
del mare che da quando si forma muta ad ogni istante. È così che
scriveva Italo Svevo ne La coscienza di Zeno, ed esattamente
di questo, oggi, scrive in versi Corrado Vatrella in Panthalassa.
Scrive di un mare dolce, spirituale, intimo. Scrive di un mare
cimitero di speranze, riottoso, imprevedibile. Scrive di un mare che
non è solo balneazione e partite a racchettoni, ma anche fatica e
sudore per chi, con il mare, ci lavora. Scrive di quell’acque saline
che da milioni di anni lambiscono e frastagliano le rive terrestri.
Ne scrive scegliendo
il linguaggio della poesia, che più di altri sa raccontarci il mondo
in cui viviamo e che troppe volte non siamo in grado di “cogliere”.
E con la poesia, ci
porta a sederci sulla riva del mare, del “nostro” mare, a respirare
salsedine ed eternità.
Corrado Vatrella nasce
a Catanzaro nel 1981. Cresciuto a Gasperina, piccolo paese
dell’entroterra calabrese, si trasferisce a Roma, dove prende
contatto con le vestigia e il patrimonio culturale della città
eterna. Qui dimostra un grande interesse per la cultura classica, da
cui trae peraltro ispirazione per molte opere.
Nel 2007 pubblica la
raccolta di poesie Carmina Aeterna, nel 2009 il romanzo
utopico La congiura delle bandiere e nel 2010 l’opera
Sulla Morte e sui Sepolcri (tutti per i tipi GB EditoriA). La
professione di segretario nella Marina Militare Italiana lo porta a
trasferirsi a La Spezia, che, ironia della sorte, è la città del
“Golfo dei poeti”. Non dimentico delle proprie origini calabresi,
trova spesso fonte ispirativa nel Mare, cui dedica questo suo quarto
lavoro editoriale. |