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Attraverso un sapiente gioco di specchi incrociati pareti-soffitto,
pur nella predominante immobilità cui la mia condizione di comatosa
irreversibile (secondo loro...) mi costringe, ho scoperto con
emozione di essere nella mia camera da letto, in mezzo alle mie
cose, i soprammobili, le tende bianche, il vecchio tappeto di mamma,
gli abiti che s’intravedono nell’armadio semiaperto. Ho capito di
essere gravemente inferma da mille segnali “esterni”, mentre la mia
mente “locked-in” sta cercando la strada, una qualunque, fosse un
grido, un riso, un pianto, una ferita non rimarginata o la carezza
di un dio pietoso, per implorare di farmi tornare nel mondo.
Vito Caporaso è nato a La
Spezia nel 1936 e risiede a Roma dal 1985. Laureato in Scienze
Politiche presso l’Università “Sapienza” di Roma, ha prestato
servizio militare volontario nell’Esercito tra il 1955 e il 2003. |