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*sottotitolo esteso:
"Atteggiamenti pratici, valutazioni storiche, estetiche e politiche,
tra John Ruskin e Luca Beltrami".
Giacomo Boni
(1859-1925), archeologo e architetto, mostrò sempre un vivo
interesse per la cultura classica, approfondendo tra l’altro la
conoscenza della letteratura e delle lingue greca e latina nonché
della storia romana. Egli fu fortemente influenzato dal rapporto con
John Ruskin, al cui romanticismo aderì con ardore. Responsabile
degli scavi al Foro Romano, brillò anche come restauratore di
architettura, rifacendosi alle tesi di Ruskin e a quelle di William
Morris. Più di tutti, apprezzò però l’opera di Luca Beltrami, quanto
di più antitetico si possa immaginare rispetto alle istanze inglesi.
L’esame degli scritti di Boni e la verifica condotta sul monumento
per cui più si adoperò, la Cattedrale di Nardò, svelano un
personaggio che aderì pienamente a una metodologia di restauro
fondata su un “metodo storico” basato sul concetto di ripristino,
come espresso dalla cultura del positivismo italiano.
Amedeo Bellini, già Ordinario di Restauro Architettonico e di Teorie
e Storia del Restauro e oggi professore Emerito al Politecnico di
Milano, è stato Direttore del Dipartimento di Conservazione e Storia
dei Beni Architettonici dal 1986 al 1989. Nel 1982 ha fondato la
rivista TeMA (Tempo, Materia, Architettura) e nel 1989 la Scuola di
Specializzazione in Restauro dei Monumenti, diretta fino al 2011. È
inoltre autore di volumi e contributi di Storia dell’Architettura
Moderna, Storia delle Teorie del Restauro e Tecnica del Restauro e
ha svolto attività di consulenza e progettazione nei restauri di
numerosi e importanti monumenti tra i quali si contano il Palazzo
del Conservatorio e la Chiesa di Sant’Agostino a Bergamo, i chiostri
bramanteschi di Sant’Abbondio, il Torrazzo a Cremona, l’antico
Ospedale Maggiore a Milano. |