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Al pari di un
moderno Pasquino – grazie all’uso di rime intrise di depositi
lessicali dei dialetti di Roma, amalgamati con strati di
vernacolarità toscana – nella presente raccolta di poesie l’autore
attraversa i dubbi e le perplessità del nostro quotidiano: saltando
tra personali ricordi e riflessioni di ampio respiro sulla società
moderna, si passa infatti dalla Creazione al dramma degli esodati,
da Alberto Sordi al tema della vecchiaia, fino ad arrivare alle
ultime elezioni e al nuovo papa... Proprio come avveniva un tempo
nelle gare tra poeti nelle osterie romane, dove si duellava a forza
di ottave rime fatte lapperlà / buttate sopra ar banco de
‘mbracciata / come ‘na sfida che diceva all’artro / mo’ arisponne un
po’ tu se sei capace?
Originario di
Vejano, piccolo centro della Tuscia Viterbese, Antonio Bitti vive da
oltre 60 anni in Toscana. Per questo nel suo DNA linguistico
persistono tracce lessicali sia dei dialetti di Roma, sia dell’Alto
Lazio. Appassionato di letteratura, si dedica da anni alla scrittura
creativa, producendo oltre 500 poesie, una sessantina di racconti,
alcuni saggi e numerosi articoli per la stampa periodica e
quotidiana. Amante della lingua italiana, si è a volte lasciato
tentare dal mondo dei dialetti, e proprio da questa tentazione –
vuoi per nostalgia, vuoi per divertissement – sono nate le poesie
presenti in questo volumetto, connotate da uno spirito ironico e
satirico che ha portato l’autore stesso a definirle “scherzi”. |
dimensioni: 12 x 17 cm, 100 pagg.
2013
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