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Il fascino del rudere
colonizzato dalle piante spontanee è parte della cultura
occidentale. L’Italia è il paese dove questa suggestione prende
forma grazie alla sua storia complessa, ma non mancano esempi in
altre culture. In diverso modo architetti, conservatori, storici e
filosofi hanno riflettuto sulle reciproche relazioni tra ruderi e
vegetazione, a fronte di molteplici luoghi archeologici e siti
abbandonati dove l’intreccio tra le due componenti si sviluppa
naturalmente e velocemente, se non gestito, a favore dei dinamismi
naturali. A un panorama generale sul tema fanno da contrappunto,
oltre all’esperienza maturata nel corso dei restauri della cinta
muraria di Ninfa, testimonianze di esperienze pratiche e
multidisciplinari, sviluppate nel resto volume per proporre spunti
utili a definire metodologie condivise di approccio al progetto di
luoghi archeologici e allo stato di rudere.
Rossana Mancini, architetto, ricercatrice in Restauro Architettonico
e Dottore di Ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici, è
titolare di corsi di Restauro presso la Facoltà di Architettura
della Sapienza Università di Roma. Svolge ricerche sugli aspetti
teoretici del restauro e sulla storia delle tecniche costruttive. È
autrice di contributi riguardanti le architetture fortificate, tra
cui una monografia sulle Mura Aureliane di Roma, sulla storia delle
tecniche costruttive e sulla legislazione relativa ai beni
architettonici.
Ilaria Rossi Doria, architetto e paesaggista, con un Master in
Landscape Architecture (Newcastle upon Tyne, UK) si occupa di
architettura del paesaggio, progettazione di giardini, restauro e
gestione dei giardini storici. Ha lavorato a Ninfa (LT) nell’ambito
del restauro di un tratto delle mura della città (2001-2015) e ha
realizzato un GIS per la gestione dei dati botanici del giardino
(2008). Insegna progettazione dei giardini e del paesaggio e
collabora con università italiane e straniere. |