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Singolarità economica strategica per gli scambi internazionali sul
Mar Adriatico, Senigallia ha sempre ricoperto un ruolo cruciale
all’interno delle politiche commerciali dello Stato Pontificio, in
virtù principalmente della sua fiera franca: un appuntamento annuale
il cui successo portò a uno sviluppo eccezionale della marineria,
tradottosi nel XVIII secolo in un duplice ampliamento dei confinI
dell’abitato. Tuttavia, la lenta e inesorabile decadenza
dell’autorità papale e l’arretratezza di una nazione priva di una
solida produzione industriale minarono le potenzialità di questo
emporio, relegando infine la municipalità all’odierno ruolo di meta
turistica. Eppure, tentativi di rilancio non mancarono, tanto che
nella prima metà dell’Ottocento si registrarono molti investimenti e
si intrapresero più opere, dal teatro cittadino al foro annonario
passando per le attrezzature del porto-canale e il cimitero:
architetture
ad usum
publicum
frutto sia della tenacia locale sia dell’avvedutezza della
Congregazione romana del Buon Governo, titolare di ogni concessione.
Iacopo
Benincampi, architetto laureato cum laude presso la facoltà
di Architettura della Sapienza Università di Roma, ha
frequentato con merito il Dottorato di ricerca del Dipartimento di
Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura del medesimo istituto.
Borsista di ricerca della facoltà di Ingegneria e Architettura
dell’Università di Parma nel 2018 e visiting professor presso
il College of Architecture della University of Texas at San Antonio
nel 2019, è autore di numerosi saggi sugli sviluppi
dell’architettura alto-marchigiana e romagnola fra Settecento e
primo Ottocento. |