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“È
incredibile”, mormorò il passero italico, “ma non vorrai mica farci
credere che anche le discendenti di quelle tue compagne di specie
hanno oggi un colore diverso dal tuo solo perché si sono ferite?”.
“Proprio così”, rispose orgogliosamente la colomba, “non solo un
colore, ma anche un nome che suona a ricordo del gesto compiuto. La
prima si chiama ‘colomba pugnalata’, nome che le viene dalla grande
macchia rosso sangue che le spicca sul petto candido. La seconda, la
‘colomba pulcherrima’, è anche conosciuta con il nome meno
affascinante di ‘colomba verrucosa’. Anch’essa conserva però sul
capo un piumaggio rosso carminio”. Era stata una lunga e suggestiva
serata, durante la quale tre compagni di prigionia, nell’intima
atmosfera di un tempo supplementare, un tempo tutto loro, avevano
spolverato ricordi di famiglia, riesumandoli da un lontanissimo
passato. Lo avevano fatto, però, con il preciso intento di rendere
omaggio al Creatore dell’universo, a Lui e dintorni. Ecco perché era
stato così facile, per un passero, un pettirosso e una colomba,
dimostrare perfetta padronanza di un esperanto ornitologico.
Vito Caporaso è nato a
La Spezia nel 1936 e risiede a Roma dal 1985. Laureato in Scienze
Politiche presso l’Università “Sapienza” di Roma, ha prestato
servizio militare volontario nell’Esercito tra il 1955 e il 2003. |
dimensioni: 15 x 21 cm, 310 pagg.
2012
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