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Il presente
libro, come rivela il sottotitolo che l’accompagna, ripercorre sotto
forma di racconto la storia di un padre prima di diventare padre,
ovvero il viaggio tra un’alba e un’altra, narrando nel contempo i
mutamenti vissuti dal nostro Paese. Nello specifico, l’autore vive
la sua infanzia nel secondo dopoguerra per poi attraversare da
adolescente gli anni del boom economico in un clima di speranza e
fiducia nel futuro, in particolare per quel che riguarda i “favolosi
’60”, segnati dall’esplosione dei fenomeni giovanili e da una
rivoluzione globale delle mode artistiche e musicali. Ormai adulto,
partecipa in modo attivo ai fermenti politici del decennio seguente
fino alla gioiosa esperienza della paternità, momento che segna
appunto il termine della narrazione. A fare da sfondo alle vicende
personali c’è la città di Roma e, più in generale, un’Italia
protagonista di una trasformazione per molti versi irripetibile. E
se per chi ha vissuto quegli anni in prima persona sarà facile
riconoscersi in quanto viene raccontato, nei più giovani – oggi
privi di quella “fiducia nel futuro” che si aveva allora – la
lettura potrà stimolare una serie di utili spunti di riflessione.
Salvatore
Liberti nasce nel 1944 a Roma, città nella quale vive. Conseguito il
diploma, s’iscrive alla facoltà di Economia e Commercio, trovando
lavoro a vent’anni in un’azienda del gruppo De Agostini. Amante
della fotografia, negli anni ’70 realizza vari reportage di eventi
teatrali e manifestazioni politiche, proseguendo nei decenni
successivi con racconti fotografici legati ai viaggi e alle
esperienze acquisite quale praticante di Yoga, spaziando
dall’Oriente al Centro e Sud America e dall’Australia al Nord
Africa, senza trascurare le maggiori capitali europee. Tra le sue
pubblicazioni si segnalano la Guida al Parco Nazionale d’Abruzzo
(Romana Libri Alfabeto, 1986) e i libri fotografici (editi con GB
EditoriA) Dalla parte della strada (2008), C’era una volta
a Roma (2010) e India, sguardi di un viaggiatore (2016). |